Le prestazioni di cui agli articoli 25-31 devono essere efficaci, appropriate ed economiche…
Ma nessuna legislazione prevede/contempla le nuove moderne esigenze dei pazienti che per gravi motivi di salute sono costretti a recarsi fuori dal proprio habitat perchè logisticamente parlando, nessuna cassa malati vuole assumersi i costi logistici che derivano dai necessari spostamenti. Vanno anche aggiunti i costi di cui i pazienti si devono far carico per le partecipazioni proprie ai costi di salute (franchigie, percentuali, farmaci e medicamenti cosiddetti “fuori lista” o non generici…). Nel nostro caso i centri di trapianto organi in Svizzera sono 6: Zurigo, Berna, San Gallo, Ginevra, Losanna e Basilea. Ogni anno in totale vengono effettuati, forse scarso, un migliaio di trapianti. I fuori sede sono penalizzati dagli alti costi che sono tenuti ad assumersi per ovvi motivi logistici e organizzativi.
In Ticino non ci sono poi strutture adeguate per cure di riabilitazione fisico-mentale, basti pensare che per la convalescenza dispone di una sola struttura (Novaggio)…
Gli enti ospedalieri non sono certo da prendere sul serio in casi gravi. Troppo disordine, troppe incompetenze e troppi errori.
Di là, oltralpe, c’è il rischio di incappare in medici rampanti che ci tengono alle luci della ribalta e ti vorrebbero cavia da laboratorio, e devi anche sottoscrivere che vuoi prestarti volontario ai loro lavori di ricerca.
Nel nostro caso, per esperienze personali vissute sulla nostra pellaccia, ci sarebbe una serie di errori medici da segnalare e denunciare: mio marito Christian è stato oggetto dei più svariati esperimenti con il risultato scadente che ora, per errori, incompetenza, incapacità e avidità di alcuni, è cablato, cicatrizzato e svalvolato al massimo.
Al Cardiocentro, in sostituzione o in aggiunta al pacemaker, hanno pensato bene di mettergli un bel defibrillatore, che ad una visita di controllo in una clinica di riabilitazione è risultato NON attivato e a successivi esami ci si è pure accorti che il terzo cavo inserito tocca un segel delle arterie presenti nell’atrio della tricuspide con conseguente estremamente grave insufficienza tricuspidale.
A Hirslanden non sono bastati 2 microclips a contenere l’insufficienza mitralica, ne hanno dovuto inserire 4, di cui solo tre sono posizionati correttamente e il quarto non chiude bene. Ne deriva una grave insufficienza alla valvola mitrale. Tutti questi interventi di rattoppi vari hanno stancato il cuore, distrutto i reni e svuotato le nostre modeste tasche.
Ciliegina sulla torta: la grave insufficienza renale, conseguenza dei numerosi interventi subiti, ci ha portati alla necessità di un trapianto renale. E qui l’odissea, la catastrofe…
Il trapianto avrebbe dovuto essere fatto a Zurigo con me donatrice vivente già nel 2017, ma no, dovevamo ancora incontrare il nuovo direttore della Herzklinik all’Universitätsspital di Zurigo per capire in che mondo satanico viviamo.
Il nuovo rampante luminare della scienza dei miei stivali non mi ha ritenuta idonea quale donatrice, allorchè ci si prospetta quale zuccherino marypoppinsiano, la possibilità di fare accertamenti sull’idoneità/compatibilità della madre ottantenne… e nel frattempo si valuta la possibilità di effettuare un doppio trapianto cuore e rene!!
E nel frattempo Christian finisce in dialisi, che poteva benissimo essere evitata!!
Il Permcath è un disastro, a causa di una trombosi alla vena cava, di un TIA e di una trombosi alla via renale… e la funzione cardiaca si è indebolita sempre più.
Io non sono demotivata e neanche arresa, ho tenuto il piede in due scarpe, non mi sono data per vinta e ho cercato altrove soluzioni umane.
Sono arrivata stremata, stressata, sanca, esausta ed esaurita all’intervento di donazione del mio rene sinistro il 28.11.2018 all’Inselspital di Berna.
E ora tiro le somme… e presento i conti… all’SVK… alle casse malati…
I miei incubi non sono ancora finiti.